Rocca Di Soragna

Il castello della Rocca di Soragna è un maniero medioevale riedificato da Bonifacio e Antonio Lupi nel 1385. La Rocca è una dimora storica, arricchita nel tempo di innumerevoli opere d’arte e di inestimabili testimonianze del passato, è sempre rimasta di proprietà dei Principi Meli Lupi che ancora oggi la abitano. Il castello è facilmente accessibile dall’autostrada, situato nel cuore dell’Emilia, terra di eccellenze gastronomiche e antiche tradizioni. La rocca Meli Lupi di Soragna è citata come un esempio prezioso del primo Barocco: le sue sale, infatti, conservano inalterati gli originari mobili e arredi, realizzati e dorati in buona parte a Venezia, che spiccano per sontuosità ed eleganza. Le Sale della Rocca, riccamente affrescate e arredate con mobili del primo barocco .



La galleria dei Poeti

La lunghissima galleria si sviluppa nel corpo a nord-ovest della rocca, collegando il castello con la Cappella di Santa Croce ed il Fortino aperto verso il laghetto del parco. Il corridoio è suddiviso in tre diverse parti, con differenti decorazioni: la prima, più corta, fu decorata dai fratelli Bibbiena, che vi realizzano stucchi ed affreschi barocchi, in perfetta continuità con l'adiacente Sala degli Stucchi; la seconda, più larga e lunga ben 62 m, fu edificata nel 1792 su progetto dell'architetto Giovanni Battista Fontana; di aspetto scenografico, è interamente decorata con affreschi raffiguranti poeti e soggetti classici all'interno di cornici geometriche, dipinti dal pittore Giovanni Motta; la terza, posizionata all'interno del piccolo Fortino in stile neogotico, sorge in posizione leggermente più elevata; ornata con affreschi incentrati su Apollo, dio greco della poesia, si apre su un terrazzino affacciato sul laghetto e sul giardino all'inglese. La galleria è arricchita inoltre da dodici erme dei più illustri poeti: gli italiani Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, i latini Orazio, Virgilio, Ovidio e Lucrezio e i greci Omero, Sofocle, Pindaro e Anacreonte.

La sala del Baglione

Il grande ambiente, detto anche Sala delle Grottesche, è caratterizzato dagli affreschi rinascimentali a grottesche che ricoprono interamente le pareti e la volta del soffitto; in perfetto stato di conservazione, i dipinti furono realizzati nel 1580 dal pittore Cesare Baglione, che si ispirò alle tipiche decorazioni parietali di epoca augustea. Vi sono raffigurati, all'interno di architetture fantastiche, figure maschili e femminili, talvolta ibride e mostruose, animali esotici ed immaginari, strumenti e stemmi, oltre a piccoli cammei di paesaggi nelle lunette; al centro della volta, campeggia in un riquadro il grande emblema dei duchi Farnese. La sala è inoltre arricchita dal grande camino in pietra e dall'arredamento antico, costituito da cassapanche risalenti ad epoche varie, tavoli a fratina e sedie; di pregio risulta infine una nicchia chiusa da due ante lignee dipinte a grottesche, che si ipotizza in origine fosse utilizzata come altare in quanto decorata internamente con motivi religiosi.