per ROSI

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Non credo importi come ho conosciuto Rosi e Fabio, credo che la sola cosa che conti sia come loro hanno agito nei confronti delle persone che sono state loro intorno.

Mi riferisco soprattutto alle decine di ragazzi ai quali, negli anni, hanno fatto da madre e padre. Ragazzi ai quali hanno dato affetto, tranquillità, sicurezza, educazione, una ragione ed un modo per vivere. Questo credo sia il più grande risultato che possiamo ascrivere loro. Ed il resto, compreso ciò che io provo ora, non conta.

Ma vorrei dare anch’io una mia piccola testimonianza. Perché credo di interpretare il sentimento delle molte persone che hanno conosciuto Rosi e Fabio. Persone che, come me, hanno avuto la fortuna di avere a che fare con la loro freschezza, con il loro modo di rivolgersi alle persone, con il loro modo di affrontare le difficoltà, e forse solo Fabio sa quanto duro è scontrarsi con le difficoltà, soprattutto in questi ultimi diciassette mesi.

Ma credo che tutti coloro che li hanno conosciuti e che abbiano frequentato, anche per poco tempo, la loro casa abbiano avuto da loro un pezzetto di serenità.

Almeno così è capitato a me.

Parlando con Rosi sembrava che le difficoltà non esistessero, che la speranza fosse un bene a portata di mano di chiunque. Sono andato a trovarla, insieme a mia moglie, in ospedale giorni fa, la situazione era già molto compromessa. Ebbene sembrava che quello non fosse un suo problema. Era un mio problema. Cosa che, pensandoci bene, effettivamente è.

Credo che ogni persona che ha conosciuto Rosi sia ora disperata per la mancanza del suo sorriso e del suo modo semplice e diretto di rivolgersi alle persone, della sua capacità di trovare con tutti, grandi e piccoli, la chiave giusta per comunicare la propria visione di un mondo sereno.

Fra tutti il ricordo più bello che ho di Rosi, e che mi porterò nel futuro, è quello del tempo passato friggendo polenta alla festa della griglia, ma in realtà passato a parlare, di cose grandi e di cose minute, discutendo e ridendo. Credo che quelle ore passate davanti ad una friggitrice mi siano state più utili di tanti libri letti.

Era difficile, parlando con Rosi, non sorridere per la serenità che riusciva a trasmettere. Questa, credo, è la cosa che mi mancherà di più.